La breve introduzione di Anna Ravoni sull'argomento della serata non poteva che partire dalla constatazione delle evidenti difficoltà in cui versano le attività commerciali fiesolane: dalla storica Pizzeria Etrusca a negozi di abbigliamento e calzature, erboristerie, dal forno, al vinaio e molti altri sono stati chiusi almeno quindici negozi. Sulla porta dell'ultimo negozio, chiuso il 30 novembre, quello di Cristina Camici, è stato affisso un manifesto emblematico:
"nella totale indifferenza dell'Amministrazione Comunale ma fra le dimostrazioni di stima e di affetto di tutti gli altri, dopo 25 anni cessiamo la nostra attività".
Sicuramente siamo in un periodo di crisi generale, ma a Fiesole le passate amministrazioni ci hanno messo del loro per rendere più difficile la vita dei piccoli commercianti e in generale di tutte le attività produttive.
- Fiesole deserta: dopo le cinque la sera piazza Mino è deserta. Tanti soldi pubblici spesi per un'opera invivibile d'estate e d'inverno. Nessun arredo urbano e dire che i commercianti della piazza le loro proposte in questi anni le hanno fatte: hanno chiesto il permesso di installare dei dehors per utilizzare gli spazi esterni anche nel periodo invernale. Quando per una cosa e quando per un'altra il Comune ha dato sempre pareri negativi. Eppure per esempio a Firenze, seppur nel rispetto dei regolamenti, i dehors intorno a Piazza della Repubblica e Piazza del Duomo proliferano. Queste verande rimovibili illuminate e piene di gente darebbero un po' di vita a una piazza oggi abbandonata.
- Analogamente due aziende della Valle del Mugnone hanno chiesto al Comune di poter per ampliare le superfici, per un incremento di attività che avrebbe portato alla creazione in un caso di 10 nell'altro di 50 posti di lavoro. In entrambe i casi il permesso è stato negato. Non c'è da stupirsi poi se le poche aziende presenti sul territorio scappano verso altri Comuni più disponibili, come Sesto o Calenzano.
- Tributi e canoni: i canoni per l'occupazione di suolo pubblico negli ultimi anni sono aumentati del 30/40 per cento – sostiene il presidente dell'Associazione dei Commercianti della Valle dell'Arno. A Compiobbi in piazza Mazzini c'è una pizzeria, che ha chiesto di poter chiudere il gazebo esterno, ma gli è stato negato il permesso per aumento di volumi. I commercianti della Valle hanno chiesto all'attuale assessore la declassazione della zona; attualmente la Valle è equiparata a Fiesole capoluogo, pur avendo tutt'altro valore commerciale.
Le tasse ci sono tutto l'anno, MA I CLIENTI NO. Dobbiamo escogitare tutti i sistemi per poter lavorare anche d'inverno, altrimenti saremo costretti a chiudere.
- Parcheggi: i commercianti vedono nella politica dei parcheggi un'altra delle cause dell'abbandono di Fiesole capoluogo; i parcheggi nel centro sono tutti a pagamento anche nei giorni festivi; il parcheggio gratuito dell'ex campo sportivo può funzionare con la bella stagione, quando fare cinque minuti a piedi può far piacere; ma la sera d'inverno, la strada è buia e poco frequentata, non ci si sente sicuri, specialmente una donna da sola; e pensare che invece di vendere l'area ex-macelli a un'impresa edile che ci ha ricavato un'orripilante palazzina (tutti i presenti condividono) di appartamenti quasi tutti invenduti, il Comune avrebbe potuto destinare l'area a centro commerciale con annesso parcheggio sotterraneo.
Ma senza fermarsi solo ai lamenti e a quel che avrebbe potuto essere, qualcuno propone l'area ex-Colonie per un nuovo parcheggio nelle immediate vicinanze della piazza; ci potrebbero stare un centinaio di macchine. I parcheggi a pagamento rendono al Comune ca. 20.000,00 euro all'anno: forse, dice Anna Ravoni, potremmo fare a meno di questa somma e riportare il parcheggio gratuito per le strade del capoluogo?
- Collegamenti con Firenze: su alcune guide turistiche di recente pubblicazione si trova ancora l'indicazione di prendere l'autobus n. 7 dalla Stazione di Santa Maria Novella. E invece da alcuni anni questo servizio non c'è più e il capolinea del 7 oggi è finito in Via della Dogana, nascosto dietro Piazza San Marco; a seguito della pedonalizzazione di Piazza Duomo gli amministratori fiesolani non consultarono i cittadini per sapere quale percorso alternativo proporre a ATAF, ma fecero da soli questa scelta inopinata che poi ha avuto una ricaduta negativa anche sugli esercizi commerciali. Dei centinaia di pullmann turistici che si vedono parcheggiati a Firenze, solo pochissimi arrivano a Fiesole: si vede soltanto il City Sightseeing rosso che prevede una sosta di soli 30 minuti.
- Manifestazioni culturali: "l'estate fiesolana" negli ultimi anni mette in programma principalmente spettacoli rivolti a un pubblico troppo selezionato e dura soltanto un mese; pare che i soldi siano pochi e con questo si giustifica un cartellone di nicchia, tacendo sul fatto che se l'organizzazione fosse fatta per tempo e non durante l'ultimo mese (come succede da diversi anni) si riuscirebbe sicuramente a strappare alle compagnie prezzi migliori. Per non parlare delle sinergie promozionali che con un'organizzazione tempestiva si potrebbero mettere in campo fra amministrazione e operatori turistici. Uno spazio come il Teatro romano meriterebbe inoltre di essere sfruttato per tutta l'estate: molti ricordano e ripropongono il cinema all'aperto, che richiamerebbe, come in passato, anche tanti fiorentini.
Altro tasto dolente gli spazi espositivi e le mostre organizzate negli ultimi anni: da anni Fiesole non propone mostre di richiamo e di un certo respiro anche temporale. Qualcuno ricorda la mostra sui Della Robbia, che a suo tempo portò a Fiesole tanti turisti italiani e stranieri. Uno spazio espositivo come è stato per decenni la Palazzina Mangani con le sue esposizioni di fotografia, oggi serve a ospitare il Comando dei Vigili urbani.
Il mercato del Piccolo antiquariato e delle cose usate, come pure gli altri mercatini in Piazza, ospitano spesso prodotti di basso valore. Altri eventi, seppur interessanti, non sono stati sufficientemente pubblicizzati presso gli esercenti, che, se avvertiti in tempo, avrebbero potuto promuoverli e organizzare aperture straordinarie per l'occasione.
D'altra parte c'è anche chi sostiene che le colpe non sono solo dell'amministrazione: i commercianti hanno provato più volte ad associarsi per poter avere un peso maggiore nel dialogo con l'amministrazione; ma spesso, per la difficoltà di omogeneizzare le aspettative (si pensi alle diverse esigenze dei commercianti delle Valli e del Capoluogo) la disgregazione ha finito per prevalere. Dobbiamo andare oltre le critiche: riorganizziamoci, commercianti e piccoli imprenditori, per spingere la prossima amministrazione a effettuare interventi a supporto della ripresa economica